Questa è una descrizione molto semplificata della tecnica di "fusione a cera persa".
E' un metodo antico utilizzato ancora oggi.
Per una descrizione completa e dettagliata si consiglia il mio libro "Anne Shingleton - VENTIQUATTRO BRONZI". Vedi nella pagina Pubblicazioni.
Anzitutto, il modello deve essere fatto con un materiale che può essere scolpito; di solito si utilizza l'argilla.
Successivamente si procede alla costruzione dello stampo ricoprendo il modello con uno strato gommoso di silicone seguito da un guscio in gesso. Una volta che i due strati si sono induriti si apre lo stampo e si toglie il modello.
A questo punto lo stampo vuoto viene ricomposto per poter accogliere la cera liquida che vi verrà versata dentro a caldo.
La cera fusa viene versata nell'intercapedine a formare uno strato dello spessore di circa 0,5 cm (1/6 in). Dopo solidificazione sulla parete interna dello stampo, l'eccesso che si è riversato all'esterno viene rimosso.
Una volta che la cera all'interno si è raffreddata e indurita si può procedere con l'apertura dello stampo e l'estrazione della copia di cera vuota al suo interno.
La copia in cera viene chiamata "cera da fusione" ed è in questa fase che viene rifinita con minuzia o "ritoccata" per correggerne le imperfezioni. La cera da fusione è "a perdere" e verrà sostituita dal bronzo.
La cavità del modello in cera viene quindi riempita con un materiale che resiste al calore e che si solidifica in cottura. Ciò che si ottiene viene chiamata "anima". A questo punto si applicano delle barre di cera, dette "imbuti" e "sfiati", sulla parte esterna.
Esse rappresentano i canali che permetteranno poi al bronzo colato di raggiungere la scultura attraverso l'imbuto e far uscire l'aria. L'anima viene sorretta da piccoli perni o spilli di ferro che vengono inseriti nella cera da fusione.
L'intera costruzione viene immersa in un materiale refrattario fine per formare con esso un'unità, un pezzo unico e solido.
Il pezzo verrà poi messo in un grande forno e cotto fino a 700°C affinché la cera possa fondere e fuoriuscire dall'intercapedine.
Il pezzo vuoto e incandescente viene quindi estratto dal forno e capovolto affinché il bronzo fuso possa essere versato attraverso l'imbuto.
A dirigere l'operazione di colata vi sono solitamente due uomini protetti da indumenti ignifughi e resistenti al calore aiutati da due congegni che tengono sollevato il crogiolo. Il bronzo liquido, di colore bianco incandescente, ha ora una temperatura di circa 1200°C.
Una volta che il metallo si è indurito e raffreddato il materiale esterno e interno viene rimosso.
Dopo aver reciso gli imbuti, gli sfiati e gli spilli di acciaio, le punte che ancora sporgenti vengono levigate e integrate nella superficie del pezzo con l'aiuto di lima e cesello.
Il bronzo vuoto che si ottiene è la copia esatta di quella in cera da fusione. Una volta levigata e "patinata" (la superficie viene trattata con acidi e calore per produrre il colore desiderato) la scultura in bronzo costituisce l'opera finita.